Caro diario, oggi è…lunedì? martedì? Ma che giorno è oggi? Siamo in aprile? Ok, il mio smartphone mi dice che oggi è il 20 aprile.
Non capisco più nulla…i giorni sono tutti uguali, ormai da quasi due mesi. Le giornate si susseguono costanti, cariche di angoscia, paura, terrore, tristezza.
Non vedo gli amici, i compagni di calcio e di scuola ormai da quel lontano 22 febbraio, giorno in cui sembra che le nostre vite si siano fermate.
Sì: fermate, bloccate dentro un bruttissimo incubo, dal quale vorrei svegliarmi al più presto per ritornare alla vita di sempre, con i suoi ritmi forsennati, con le giornate super impegnate tra studio e sport, ma comunque la mia vita, le nostre vite!
Solo ora capisco quanto sia bella ma non scontata la LIBERTÀ.
Libertà di muoverci, libertà di scegliere, libertà di giocare, libertà di divertirci, libertà di incontrarci con gli amici…libertà di vivere!
Questo maledetto “nemico invisibile” ci ha costretti nelle nostre case, lontani talvolta dagli affetti più cari, privati della quotidianità della quale a volte ci lamentiamo ma che tanto ci manca.
Non è come in guerra, dove vedi il nemico e cerchi di sconfiggerlo con le migliori armi a disposizione: questa è peggio di una guerra, perché il nemico non si fa vedere e i nostri soldati in trincea negli ospedali stanno combattendo quasi inermi, giorno e notte, cercando di salvare vite umane solo con le poche conoscenze a disposizione di questo terribile avversario e, spesso, a discapito della loro stessa vita. Ma il nemico non ci toglierà la speranza…e ce la faremo, tutti insieme.
Queste difficilissime giornate non ci stanno solo soffocando con la tristezza e con il dolore: ci stanno insegnando l’importanza dell’unità, dell’amicizia, degli affetti, il valore enorme di quei piccoli gesti, di quelle piccole cose che spesso davamo per scontate ma che sono di vitale importanza.
L’abbraccio del nonno, la compagnia degli amici, il sorriso del prossimo; ti accorgi di quanto siano importanti quando vengono a mancare, un po’ come quando manca l’aria e ti accorgi di quanto sia importante per respirare.
Potrà sembrare banale, ma non mi era mai capitato in tutti questi anni, per esempio, di ritrovarmi a chiacchierare allegramente con i vicini di condominio, ognuno dai rispettivi balconi o dai propri giardini.
Con loro al massimo ci si salutava con un furtivo saluto mentre si rincasava dalla spesa al supermercato o dagli allenamenti di calcio; ora invece ha un sapore davvero particolare scambiarsi due parole e due risate in un momento così difficile per tutti.
Mi mancano tanto i miei nonni, ma mi conforta sapere che stanno bene e sono al sicuro a casa: ci sentiamo tutti i giorni e ci vediamo pure con le videochiamate…perché uno degli aspetti “positivi” (per così dire) di questa pandemia è l’aver trasformato i miei nonni in “giovanotti tecnologici”, totalmente padroni di strumenti sino ad oggi per loro sconosciuti ma che – oltre a consentire di vederci a distanza – gli permettono di avere un po’ di compagnia in queste giornate buie e senza fine.
La situazione sembra lentamente migliorare in questi giorni, guardiamo tutti con ansia alla fine del “lockdown” (definizione ormai entrata nel “mio” gergo quotidiano!), bramosi di tornare alla nostra cara e preziosa normalità!
“Purtroppo a volte non è possibile scegliere il momento migliore in cui combattere. Possiamo solo farlo con coraggio quando ci viene chiesto.” Giorgio Faletti
Andrea Serioli, 1L
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Foto di Dafne Cholet