Un viaggio a Berlino per ripercorrere la storia del muro a 30 anni dalla caduta
Più che un semplice viaggio, Breaking Wall è stato un ambizioso progetto promosso dal Comune di Brescia e organizzato dalla cooperativa “Il Calabrone” all’interno delle azioni di “Brescia Giovani”, in collaborazione con le cooperative “Sinapsi” e “Tempo Libero”, che ha saputo intrecciare cittadinanza, partecipazione, memoria, storia e attualità, ripercorrendo un momento emblematico per la storia europea contemporanea.
33 giovani bresciani (uno per ogni quartiere della città) hanno partecipato alle celebrazioni del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino, guidati e accompagnati da un’equipe di educatori, per comprendere e rielaborare questo evento storico con uno sguardo attento e consapevole sull’attualità.
In tre giorni di viaggio, preceduti da alcuni incontri formativi, i ragazzi e le ragazze si sono conosciuti e hanno avuto l’opportunità di confrontarsi e discutere sul tema dei “Muri”, non solo quelli che ci separano fisicamente, ma anche le barriere che ogni giorno mettiamo tra noi e l’Altro, che ci tengono divisi e distanti.
Visitare in prima persona i resti del muro ha suscitato emozioni forti e contrastanti: dallo stupore per le storie di uomini e donne coraggiosi che hanno oltrepassato il muro, all’inquietudine dei resti del muro e delle torrette di guardia che opprimono, fino alla gioia dei festeggiamenti per una ritrovata libertà.
La città di Berlino, con la sua storia, i memoriali, gli eventi e le installazioni dedicate alla celebrazione di questo anniversario, ha stimolato riflessioni, sciolto dubbi e creato nuovi interrogativi.
A Berlino, il muro che una volta era bianco per poter vedere chi si avvicinava, oggi è colorato e porta messaggi di pace, di unione, di tolleranza e di libertà.
Ma è veramente questa la società in cui viviamo ora?
Il parallelismo del muro di Berlino con i nuovi muri nel mondo che si innalzano per dividere i popoli, creando ingiustizie e disuguaglianze, è inevitabile. Quei muri sono la riproduzione di paure, pregiudizi, diffidenza verso l’altro, come se la Storia fosse già stata dimenticata.
Tornati a casa, i giovani si sentono investiti della responsabilità di raccontare, di fare memoria, ma anche di impegnarsi per portare dei cambiamenti.
L’impegno futuro è creare retiedattivarsi sul territorio, attraverso lo strumento partecipativo dei Consigli di Quartiere, per dare voce e spazio ai loro pensieri e idee, così che possano diffondere una loro visione della società e portare i semi per generare dei cambiamenti.
Tra le idee in cantiere, c’è la volontà di incontrare i detenuti per favorire l’incontro con la comunità, realizzare un murales sul tema dell’accoglienza, organizzare delle giornate di giochi per bambini e bambine di diverse nazionalità per promuovere l’integrazione interculturale.