Esperto in cooperazione internazionale

Esperto in cooperazione internazionale 26 Ottobre 2023

C’è un pianeta diviso in 2: una parte ricca e progredita, in cui anche il superfluo è alla portata di molti, e una parte in cui l’accesso al cibo, ai beni essenziali, alle cure mediche e alla scuola è ancora negato a una grossa porzione della popolazione.

Se il tuo sogno è impegnarti a tutto tondo perché il mondo cambi, c’è un profilo professionale che fa per te: l’esperto di cooperazione internazionale.

 

Profilo professionale

Questo professionista organizza e gestisce progetti di cooperazione internazionale e ne assicura l’attuazione, prestando la propria competenza alle organizzazioni (ONG, organismi nazionali e internazionali, fondazioni, associazioni, cooperative ecc.) che operano nei vari ambiti della cooperazione, ad esempio l’assistenza socio-sanitaria, la tutela dei diritti umani, l’alfabetizzazione, la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela dei minori.

Tra le attività che svolge, le più frequenti sono:

  • elaborare il piano operativo di attuazione del progetto di cooperazione internazionale
  • gestire risorse umane e finanziarie
  • monitorare l’utilizzo delle risorse
  • verificare che le attività svolte rispettino il piano di intervento
  • redigere periodicamente relazioni sullo stato di avanzamento del progetto
  • tenere i rapporti con le istituzioni di riferimento e consolidare la presenza dell’organizzazione sul territorio

 

Formazione

Non è previsto un percorso formativo formale, ma una formazione universitaria è generalmente necessaria.

Ci sono corsi di laurea triennale e magistrale che danno una preparazione specifica per questa professione*:

– Scienze politiche e delle relazioni internazionali (Classe L-36)
– Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace (Classe L-37)
– Relazioni internazionali (Classe LM-52)
– Scienze per la cooperazione allo sviluppo (Classe LM-81)
– Scienze sociali e politiche sociali (Classe LM-87)

L’alternativa è possedere una laurea tecnico/scientifica coincidente con l’ambito in cui opera l’organizzazione per la quale si vuole lavorare – ad esempio in medicina se l’organizzazione si occupa di interventi sanitari o in ingegneria civile se opera nel campo di  costruzione di infrastrutture – con l’aggiunta di una preparazione specifica sulla cooperazione internazionale, ottenuta con un corso di specializzazione come ad esempio un master universitario.

*Per la ricerca dell‘offerta formativa e l’approfondimento sui contenuti dei corsi indicati consulta la banca dati del portale Universitaly.

 

Conoscenze e competenze tecniche/Competenze trasversali

Per poter svolgere questa professione occorre possedere un nutrito bagaglio di conoscenze e competenze tecniche specifiche.

Le principali conoscenze riguardano: diritto internazionale, politiche europee, nazionali e regionali per lo sviluppo, diritto umanitario, economia dello sviluppo, storia delle relazioni internazionali, cooperazione internazionale allo sviluppo.

Sono fondamentali le competenze linguistiche: una solida conoscenza della lingua inglese e anche di altre lingue, principalmente la lingua/le lingue, anche locali, del Paese in cui si svolge il progetto.

Completano il profilo alcune competenze tecniche imprescindibili: saper elaborare un piano operativo per l’attuazione di un progetto di cooperazione internazionale, capacità di gestire risorse finanziarie, capacità di redigere relazioni, anche in varie lingue.

Essendo una professione in cui si gestiscono relazioni con istituzioni e persone con differenti culture, è necessario possedere alcune competenze trasversali, quali: capacità di definire obiettivi e risultati attesi (pensiero strategico), capacità di adattamento (spesso si trova a trascorrere lunghi periodi in territori disagiati e a contatto con popolazioni locali che hanno culture e tradizioni completamente differenti), capacità organizzative, capacità comunicative (scritto e/o orale), capacità di lavorare in gruppo, empatia, autonomia, capacità decisionali

 

Accesso al lavoro

La professione si può esercitare lavorando per realtà private del no profit (alle dipendenze o con contratti a progetto), oppure alle dipendenze di organismi statali o internazionali.

Nel campo del no profit generalmente si lavora con contratti a progetto nelle ONG, organizzazioni senza fine di lucro indipendenti dagli stati e dalle organizzazioni governative internazionali, oppure si collabora con/lavora per fondazioni, cooperative e ONLUS che operano in questo campo.

Si può anche intraprendere la carriera per diventare dipendenti di organizzazioni nazionali o sovranazionali che operano nella cooperazione (ministero degli esteri, Nazioni Unite ecc.). In questo caso è necessario superare procedure selettive pubbliche.

Le posizioni aperte per operatori della cooperazione allo sviluppo del nostro Ministero degliAffari Esteri e della Cooperazione Internazionale vengono generalmente pubblicizzate attraverso il sito dell’Agenzia della Cooperazione allo Sviluppo.

 

Approfondimenti

 

 

Ph: Prashant Sharma da Pixabay