-164: sei pronto?

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-164: sei pronto?

31 Dicembre 2018

Domenica 26 maggio 2019  – 164 giorni dalla pubblicazione di questo articolo – dalle 7 alle 23 potrai votare alle elezioni europee.

Sei pronto?

Sul sito del Parlamento europeo nella sezione Istruzioni per l’uso puoi trovare risposte alle domande: chi vota? ci sono e quali sono le regole comuni? perché si vota?

Nella sezione Come si vota in Italia trovi risposte alle domande: chi può votare? com’è l’assegnazione dei seggi? ci sono e quali sono agevolazioni per il voto?

Nella sezione Cosa fa per me l’Europa trovi articoli “brevi e di facile lettura” suddivisi per regione, professione e hobby.

Puoi anche partecipare alla campagna #stavoltavoto.

Basta?

Forse no.

Ti sei mai chiesto che cos’è l’Europa? com’è nata l’Europa? dove è nata l’Europa? quale potrebbe essere il destino dell’Europa?

Prova ad ascoltare cosa ci raccontano alcuni filosofi italiani.

Carlo Sini nel suo intervento L’Europa e l’umanesimo: la classicità alle radici dell’Europa al 36° congresso nazionale della Società filosofica italiana intitolato I filosofi e l’Europa racconta che l’Europa è una grandiosa invenzione degli Umanisti, oggi in sfacelo.

Che cos’è il compito dell’Europa oggi?, cosa c’è di buono nella tradizione europea che deve essere salvato e trasmesso alle generazioni future?, che cosa dobbiamo fare in quanto “buoni europei”?, si chiede Sini usando le parole del filosofo tedesco Edmund Husserl.

Ne La crisi delle Scienze europee e la fenomenologia trascendentale del 1937 Husserl scriveva: “Il maggior pericolo dell’Europa è la stanchezza. Combattiamo contro questo pericolo estremo, da buoni europei, con quella fortezza d’animo che non teme nemmeno una lotta destinata a durare in eterno. Allora dall’incendio che distruggerà lo scetticismo, dal fuoco soffocato della disperazione per la missione umanitaria dell’Occidente, dalla cenere della grande stanchezza, rinascerà la fenice di una nuova interiorità di vita e di una nuova spiritualità, il primo annuncio di un grande e remoto futuro dell’umanità: perché soltanto lo spirito è immortale.”

 

Il filosofo Gerardo Marotta e il filosofo tedesco Hans Georg Gadamer dell’intellettuale e della cultura dell’Europa (nel 2000) ricordano che dalla cultura dipendono le sorti dell’umanità e che l’Europa ci pone oggi di fronte a compiti del tutto nuovi. Che ruolo e che responsabilità ha dunque l’uomo “vero” di Platone, l’intellettuale, in Europa? Cosa può attendersi dalla cultura per il risanamento dell’umanità su questa pianeta?

Gadamer conclude così la chiacchierata: “La mia filosofia è solo una delle fomulazioni di questo compito, ma con essa spero di risvegliare proprio la coscienza dei giovani, e fare dir loro che ciò che ora è in gioco ci riguarda. Dobbiamo conoscere la meta e avere la paziena e l’accortezza di procedere a passi lenti e misurati. È giusto lavorare per la trasformazione della nostra coscienza, fare filosofia; dobbiamo tornare alla dimensione del dialogo, non il dialogo degli esperti, ma il dialogo fra popoli, nel loro reciproco scambio e rapporto.”

 

Al convegno Il destino dell’Europa organizzato nel 2017 dall’Istituto nazionale di studi sul Rinascimento hanno partecipato 3 filosofi: Emanuele SeverinoMassimo Cacciari e Biagio de Giovanni.

L’intervento Europa, quale tramonto? di Cacciari inizia con un verso di Virgilio e la domanda Dove andare? Ubi ponere sedes?

Nel 3° libro dell’Eneide, infatti, Enea chiede all’oracolo di Apollo nel santuario di Delo:

Dacci, o Timbreo, una casa; da’ mura a noi stanchi,
e una prole, e una città durevole; salva la nuova
Pergamo di Troia, relitto dei Danai e del feroce Achille.
Chi mai dobbiamo seguire? Dove ordini di andare e di stanziarci?
Da’, o padre, un presagio, e discendi nel nostro animo.

E rifacendosi all’analisi del lavoro intellettuale, del nesso tra irrazionalità della convinzione e razionalità della responsabilità fatta dal filosofo tedesco Max Weber a cavallo del primo conflitto mondiale, Cacciari conclude chiedendosi: Questa teleologia dello spirito contemporaneo, non è esattamente questo, che oggi è tramontata? O c’è modo che queste idee ritornino? 

Severino nel suo intervento L’Europa: tradizione e tecnica richiama il “paradiso della tecnica” dell’economista britannico John Maynard Keynes negli anni ’30 e si chiede: Che cosa accade in una situazione conflittuale dove ognuno dei confliggenti si serve di una fazione dell’apparato scientifico tecnologico planetario? Cosa succede quando due forze intendono rapportarsi in modo che l’una imponga il proprio scopo sull’altra?

L’Europa tra cosmopolitismo e Stato nazionale è il titolo dell’intervento di De Giovanni, che nel 2017 ha parlato di filosofia e Europa anche al liceo classico Torquato Tasso di Salerno.

Le domande che pone sono: Che cos’è la libertà europea? Qual è il rapporto tra la civiltà europea e le altre civiltà? Quale sarà il rapporto tra cosmopolitismo – cioè mondo senza confini, tutti cittadini del mondo – e identità?

De Giovanni e Severino si sono incontrati all’Università di Brescia il 2 marzo del 2018 al Congresso internazionale All’alba dell’eternità. I primi 60 anni de La struttura originaria. De Giovanni ne parla in La struttura originaria di Severino e la crisi della civiltà europea.

Infine, ancora Severino parla dell’idea di Europa, di cosa sia rimasto della cultura europea e cosa è rimasto dell’idea di Europa oggi” in un’intervista di Luca Taddio del 2017.

 

L’Europa resterà un soggetto politico capace di decisioni, capace di agire secondo i propri principi o sarà soltanto un semplice riferimento geografico? Soltanto una parte del mondo senza altre connotazioni? chiede il filosofo Roberto Esposito durante la 4° edizione di Futura festival nel suo intervento Da fuori. Una filosofia per l’Europa (lo stesso titolo del suo saggio uscito nel 2016).

 

Dell’intervento Il nulla e la nascita filosofica dell’Europa di Franca D’Agostini durante la conferenza del 2011 presso l’Universidad de Cantabria in Spagna La filosofìa medieval: exposiciòn de las grandes sìntesis medievales. Entre lo razonable y lo credible c’è un testo, rivisto e in parte integrato, con una nuova breve riflessione finale sulle attuali difficoltà politiche dell’Unione europea e l’esplorazione dei rapporti tra filosofia e Unione europea.

 

Umberto Eco nella sua lectio magistralis L’Europa della cultura al Quirinale davanti a 130 studenti durante il ciclo di conferenze L’Europa siamo noi del 2014 si chiede in che senso si può parlare di una comune cultura europea? a che cosa serva loro l’Europa? possiamo parlare, nonostante la diversità delle lingue, di una comune cultura europea? e conclude: “Ho sempre parlato del valore sessuale del progetto Erasmus. Moltissimi universitari vanno a passare un certo periodo all’estero e poi si sposano laggiù. Il che vuol dire che entro trent’anni potremmo avere una generazione di bilingui. E d’altra parte si parla sempre più di plurilinguismo e plurilinguismo non vuol dire solo saper parlare molte lingue: esiste un plurilinguismo moderato e passivo per cui, se non si sa parlare una lingua, si riesce in parte a capirla. E accade sovente, tra giovani che hanno viaggiato e in genere tra persone colte, che si possa sedere intorno a una tavola a cena, dove ciascuno parla la propria lingua e gli altri riescono a intenderne qualcosa. Sogno una Europa plurilingue di questo tipo e se oggi ne è pioniere solo qualche élite dotata di una cultura universitaria, voi potreste domani rendere comune a moltissimi questa bellissima facoltà.”

 

Basta adesso?

Forse ancora no.

Cosa pensano dell’Europa filosofi non italiani, per esempio?

Abbiamo raccolto alcuni interventi di alcuni filosofi europei contemporanei, e l’intervento di un filosofo statunitense:

Infine, se vuoi anche leggere il Parlamento europeo ha pubblicato un elenco di 100 libri da ricordare sull’Europa. Nella versione lunga dell’elenco, scaricabile in formato pdf, trovi per ogni titolo una biografia dell’autore e una sintesi del contenuto.

 

Se ti serve la trascrizione di uno degli interventi in italiano scrivici un messaggio di posta elettronica all’indirizzo infogiovani@comune.brescia.it (nell’oggetto scrivi “Elezioni europee: tras
crizione”).

Photo by European Parliament