Termine di presentazione della domanda: 7 luglio 2017.
Il MEXT (Ministero giapponese di educazione, cultura, sport, scienze e tecnologie) offre per gli anni 2018/2023 borse di studio per frequentare un’università giapponese fino al conseguimento della laurea.
I requisiti per poter fare domanda sono:
-
essere cittadini italiani
-
essere nati fra il 2 aprile 1996 e il 1 aprile 2001
-
avere il diploma di scuola di istruzione secondaria di II grado (scuola superiore) entro marzo 2018
I candidati possono indicare massimo 3 materie (in ordine di preferenza) in cui laurearsi all’interno fra le seguenti:
-
Scienze sociali e umanistiche: A: Giurisprudenza, Scienze politiche, Pedagogia, Sociologia, Letteratura, Storia, Lingua giapponese, altro; B: Economia, Business Administration
-
Scienze naturali: A: Matematica, Fisica, Chimica, Ingegneria elettronica, Ingegneria elettrica, Ingegneria informatica, Ingegneria meccanica, Architettura navale, Ingegneria civile, Architettura, Ingegneria ambientale, Chimica applicata, Ingegneria chimica, Chimica industriale, Ingegneria tessile, Ingegneria metallurgica, Ingegneria mineraria, Ingegneria marittima, Biotecnologie; B: Agricoltura, Chimica agraria, Agricultural Chemistry agraria, Scienze animali, Veterinaria, Scienze forestali, Scienze alimentari, Acquacoltura e produzioni ittichees), Scienze Igienistiche, Farmacia, Infermieristica, Biologia; C: Medicina, Odontoiatria
La borsa di studio dura 5 anni, da aprile 2018 a marzo 2023.
È prevista la possibilità di seguire un corso di lingua giapponese della durata di 1 anno (compreso nei 5). Gli studenti di Medicina, Odontoiatria, Veterinaria o Farmacia riceveranno una borsa per 7 anni.
L’importo della borsa di studio è 117000 yen mensili (circa 940 euro), biglietto aereo di andata e ritorno e le tasse universitarie.
I candidati saranno invitati a fare un esame scritto (di 3-5 ore, in base alla materia prescelta) circa a metà di luglio a Roma presso l’Ambasciata del Giappone. Chi supererà l’esame scritto dovrà sostenere un colloquio.
Scarica qualche esempio di prove d’esame degli anni passati per esercitarti.
Se il pensiero del Giappone continua a girarti in testa leggi anche il nostro articolo di Bresciagiovani: Giappone? Pronti via.
Anche i 2 articoli Viaggiare in Giappone Low Cost: itinerario consigliato a viaggiatori in bicicletta e non solo sul blog di Elena Stefanin e Daniele Giannotta sono interessanti.
Sul blog Strane storie di viaggi – Il Giappone della cucina e dei luoghi meno conosciuti ci sono 3 articoli del 2015 sulla ricerca di un alloggio: affittare un appartamento è, infatti, una procedura complicata (e anche la soluzione abitativa più costosa).
L’articolo parla solo della ricerca tramite agenzie immobiliari, sappi che ci sono molte altre possibilità:
-
in uno studentato chiedi direttamente in università, al housing office, se il servizio è gestito da un ente esterno ti daranno i contatti (guarda, per esempio, sul sito della Kyoto university o sul sito della Hokkaido university). Ci sono camere in condivisione e camere singole. Bagno, cucina e sala sono aree comuni. È una delle soluzioni più economiche. In alcuni studentati c’è la mensa e i pasti sono inclusi nell’affitto
-
in una stanza presso una casa privata per saperne di più leggi il nostro articolo su Bresciagiovani e, se ti piace come soluzione, guarda anche il sito homestay-in-japan
-
in un appartamento in condivisione share-house, in inglese, è una casa o un appartamento condiviso da più persone. Puoi condividere, oltre all’appartamento, anche la stanza oppure avere una stanza singola. Per cercare o offrire una share-house puoi consultare le bacheche in università o i siti di annunci liberi, oppure rivolgerti a un’agenzia privata (che chiede la commissione)
Sugli studentati (o dormitori) c’è un video girato nel 2011 da uno studente italiano in Giappone.
Per sapere com’è andata per qualcun altro puoi leggere l’articolo di Elena Gabrielli sul sito Voglio vivere così, in cui racconta com’è vivere da studente in Giappone, oppure i resoconti di Giovanna Aversa e Isabella Allievi che in Giappone hanno fatto un tirocinio.
Photo by Froschmann