Venerdì 17 maggio, nella cornice dell’istituto IAL Lombardia, si è svolto il seminario “Le forme della partecipazione giovanile”.
Premessa alla costituzione del “Forum dei giovani”, questo incontro ha riunito le personalità del sociale, delle istituzioni, del mondo accademico bresciani per confrontarsi sul ruolo attivo dei giovani nella società.
Ad aprire le danze è stato il professor Diego Mesa, cattedra di Sociologia presso l’Università cattolica di Brescia, con la presentazione del Rapporto giovani 2018. Questo report annuale, redatto dall’Istituto Toniolo, traccia una panoramica a 360 gradi della condizione giovanile in Italia: i dati emersi sul tema della partecipazione sono notevoli, ed eloquenti di una temperie sociale in cui i pilastri partecipativi tradizionali stanno franando. Si registra un grado di fiducia bassissimo nei confronti di partiti politici, organi istituzionali e Chiesa (una media del 4 in una scala da 1 a 10), mentre ottengono la sufficienza le realtà civili come ospedali, università e ricerca scientifica. Cambiano anche le forme della partecipazione, con l’impiego sempre più massiccio dei social networks (circa il 60% degli attivisti politici partecipa a campagne ed interventi online).
Infine, risulta centrale la tematica del lavoro, prioritaria per più del 70% dei giovani, che tuttavia puntano sul rafforzamento individuale più che sull’agire comune.
Alla luce di quanto esposto, si è aperta la discussione fra i partecipanti, suddivisi in due gruppi di dialogo sui temi scelti di “Volontariato e Partecipazione” e “Lavoro e Partecipazione”. Intorno a questi hanno gravitato gli esperti del settore, cogliendo spunti di riflessione ed elementi chiave, da inserire in un compendio conclusivo alla giornata.
Sono emersi, da ciascuna ‘tavola rotonda’, alcuni nodi di ragionamento.
Per quanto riguarda il primo gruppo, l’attenzione si è focalizzata sul gap generazionale, avvertito dai giovani volontari, che allontana sempre di più l’impegno giovanile dalle aspettative e dai metodi del volontariato ‘d’ancien régime’. Riprendendo l’affresco tracciato dal Rapporto Giovani, è facile capire come lo stile di vita precario e la tendenza all’individualismo di oggi disincentivino la partecipazione giovanile in questo settore.
Il secondo gruppo, invece, è partito dall’esperienza di Matteo Bottarelli, vincitore del concorso Innovation4All con il suo progetto Kicksociale: una startup sociale che mette in comunicazione domanda e offerta, lavoratori e imprese, attraverso interventi di “fundraising” e “peopleraising”. Questo progetto, teso a promuovere azioni sul territorio e nel sociale, concretizza uno dei punti centrali del dibattito: la necessità di «avvicinare le cose alle persone», cogliere gli interessi e le inclinazioni degli individui – in questo caso dei giovani – per costruire un meccanismo partecipativo efficace, in cui ognuno si senta rappresentato e gratificato, e proponga, infine, un impegno concreto.
Queste e altre riflessioni sono state raccolte, come accennato, da alcune personalità del settore, che hanno esposto il loro personale resoconto in conclusione all’evento. Nelle parole di Mino Spreafico (Università Cattolica), Massimo Ruggeri (Il Calabrone), Gippo Comini (Ial Lombardia) e Federica Avigo (Il Tornasole) si riconferma il ruolo fondamentale dei giovani – non sono nel lavoro e nel volontariato, ma in tutti gli ambiti sociali. Per far sì che il loro coinvolgimento sia vivo e fruttuoso è necessario, concordano i relatori, educare i giovani alla partecipazione.
Da questa finalità didattica muoveranno, dunque, i prossimi passi delle Politiche Giovanili: i futuri seminari sul tema, e soprattutto la costituzione del “Forum dei Giovani”, mireranno a sensibilizzare i più giovani al concetto di partecipazione, punto di partenza per una generazione più consapevole e più coinvolta nella propria società.
Articolo a cura di Ottavia Anessi, cento leve presso l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Brescia.
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