Perché tutti dovrebbero studiare psicologia

Perché tutti dovrebbero studiare psicologia

Perché tutti dovrebbero studiare psicologia

16 Giugno 2021

Per la propria organizzazione del sistema scolastico, l’Italia si trova vicino al podio nella graduatoria dei 40 paesi con la migliore istruzione al mondo. Infatti, dagli anni ‘70 in poi, il nostro governo ha fissato l’obiettivo vertiginoso di formare, attraverso l’insegnamento a scuola, dei cittadini consapevoli, informati e dotati di senso critico.
La formazione di un individuo, però, non consiste solamente nell’aspetto culturale o conoscitivo, ma significa crescere una persona nella sua completezza, considerandone anche l’aspetto piscologico.

Senza considerare il contesto demotivante degli ultimi anni, che porta i giovani ad uno stato di malessere generale, è chiaro che c’è bisogno di rinnovamenti e di riforme funzionali alle esigenze dei nostri ragazzi.

«Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo […] la loro stessa vita […] più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa» afferma il filosofo contemporaneo Umberto Galimberti.

Umberto Galimberti, L’Ospite inquietante – Il nichilismo e i giovani. Feltrinelli, 2007. Con l’espressione “età del nichilismo” intende la condizione dei giovani attuale che, proprio affinemente al nichilismo di Nietzsche, li porta a non vedere una fine né una motivazione alle cose.

L’ISTAT riferisce che, sui 4000 annuali, il 5% dei suicidi sono giovani ragazzi di età inferiore ai 24 anni. Il dato porta a innumerevoli riflessioni che comprendonoanche questo momento storicoin cui, a causa della pandemia di Covid-19, si sono stravolte le vitedi milioni di italiani
Giovani ragazze e ragazzi non hanno ricevuto un supporto sufficiente rispettoalla propria sfera emotiva, o in alcuni casi, non sono proprio a conoscenza di come usufruire di questi servizi. Nel momento in cui si concepisce il sistema della “buona-scuola” risulta mancare il fattore della “sensibilità”: i docenti non sono formati in psicologia, sono distanti dal mondo degli adolescenti e l’attenzione alle relazioni è una predisposizione personale piuttosto che una prassi.

La Psicologia, come materia d’insegnamento, è inserita all’interno di un programma più ampio, quello delle Scienze Umane (che comprendono Psicologia, Pedagogia, Sociologia e Antropologia), all’interno appunto del Liceo delle Scienze Umane. Si tratta dell’unico indirizzo, in Italia, che prepara adeguatamente a tale disciplina non presa in considerazione da altre scuole superiori.

È una prospettiva diversa se confrontata con l’approccio di altre materie: la psicologia si pone a completamento delle stesse.
Inoltre, con un corretto approccio alla materia è possibile trovare applicazioni veramente utili nella vita quotidiana.

Sarebbe interessante prendere in considerazione alcune competenze che un ragazzo potrebbe acquisire attraverso lo studio di questa disciplina a scuola. In primo luogo, lo studio della psicologia coinvolge singolarmente l’individuo.

I giovani hanno sempre più bisogno di trovare risposte esistenziali in una società che, invece, procede sempre di più per vie “meccaniche”. Umberto Galimberti, filosofo contemporaneo, ha battezzato questo periodo storico come “età del nichilismo”, per cui i giovani si trovano persi in un tunnel interminabile in cui non vedono vie d’uscita. Per evitare che essi sprofondino nelle proprie emozioni, sarebbe dunque utile che imparino a gestirle.

Studiando psicologia, infatti, essi svilupperebbero maggiormente la cosiddetta “intelligenza emotiva”, imparerebbero cioè a riconoscere le emozioni e dare loro un nome, collegarle a degli eventi e ai pensieri disfunzionali, quindi a sostituire i pensieri inutili con pensieri più utili e costruttivi. Ne consegue la capacità di gestire imprevisti e situazioni difficili, anche in un gruppo come la comunità classe, che aiuterebbe concretamente gli adolescenti ad affrontare la realtà.

Inevitabilmente, se si pensa alla figura dello psicologo, si immagina anche una persona che ne ascolta un’altra. È proprio questa un’altra abilità che si può ottenere grazie allo studio della materia: la capacità d’ascolto. Sebbene sia spesso considerata una qualità innata, si tratta di una competenza acquisibile con l’apprendimento delle giuste nozioni. La Psicologia aiutaanche a saper riconoscere le proprie risorse. Nel mondo relazionale, a livello privato e professionale, comprendere se stessi e il prossimo è innegabilmente un pregio per tutti.

Concludiamo citando la psicologa Anna Trivella: «Obiettivo principale è acquisire sempre maggiore consapevolezza della complessità del mondo emotivo dell’essere umano. In particolare, riferendosi al ciclo di vita dell’adolescente, approfondire i vari compiti evolutivi.»

A cura di Sara Carulli e Yasmin Soukari

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