“Taking in summer guests was my parents’ way of helping young academics revise a manuscript before publication. For 6 weeks each summer […] They became part of the family, and after about 15 years of doing this, we had gotten used to a shower of postcards and gift packages not only around Christmastime but all year long from people who were now totally devoted to our family and would go out of their way when they were in Europe to drop by B. for a day or two with their family and take a nostalgic tour of their old digs”, così si legge nel 1° capitolo del romanzo di André Aciman Call me by your name da cui il regista Luca Guadagnino ha tratto il suo film Chiamami col tuo nome del 2017 (che ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale).
Vuoi provare anche tu a ospitare uno studente straniero in casa tua?
Puoi ospitare uno studente straniero di scuola media o scuola superiore, ma puoi anche ospitare uno studente universitario, un tirocinante, un ricercatore, un professore…
Per qualche giorno, per mesi o anche per 1 anno intero.
Vedi tu, se hai figli piccoli, adolescenti o più grandi, se non ne hai, se tua figlia è partita a studiare all’estero, se ti fa comodo un guadagno extra, se hai una stanza in più…
Rivolgiti a un’agenzia o a un’organizzazione che si occupa di scambi culturali e candidati come famiglia ospitante.
Se hai figli in età da campi estivi, grest, ecc puoi chiedere anche a chi organizza summer camp in inglese, come, per esempio, Educo. Se ospiti un tutor madrelingua per 1 o 2 settimane hai uno sconto sulla quota.
Il processo di selezione può consistere in diverse visite alla tua casa, anche senza preavviso, in interviste ai membri della famiglia, nella richiesta di referenze da parte della scuola, per esempio.
Importanti sono la motivazione di ospitare uno studente straniero, la disponibilità a adattarsi a abitudini diverse, a venirsi incontro, a dialogare.
Alcune organizzazioni forniscono un rimborso spese alle famiglie; altre richiedono l’adesione a titolo volontario.
Anche alcune università e scuole, come l’Università di Palermo, l’Università di Bergamo, l’Accademia europea di Firenze, forniscono il servizio di incontro domanda-offerta di ospitalità.
Alcune agenzie e organizzazioni sono:
Sul blog del settimanale Io Donna del Corriere della sera la signora Sonia Mazzoli di Sovere, sul lago d’Iseo, racconta di aver ospitato una studentessa indonesiana nell’articolo Ospitare uno studente straniero: un’esperienza da fare.
A ottobre 2017 le famiglie degli studenti della Scuola secondaria di primo grado di San Pellegrino Terme (BG) hanno ospitato 17 ragazzi e 14 insegnanti provenienti da Portogallo, Slovenia e Turchia.
Gli studenti Francesco Tassi, Erik Basso, Camilla Bonaiti, Martina Cavagna, Alessandro Ruggeri, Davide Zilli, Riccardo Monaci, Maria Vittoria Mannello, Aronne e Roberto Hagos raccontano com’è andata. Maria Vittoria dice: “Insomma è stata una settimana bizzarra, anche perché ho tralasciato molte altre cose divertenti. Io sono già andata in Portogallo, è stato molto bello essere ospitati” e Riccardo: “Mi è dispiaciuto quando è andato via in Portogallo”.
A Bologna e Milano ci sono famiglie che ospitano uno studente straniero anche solo per una cena una volta a settimana grazie al progetto DineHome. messo in piedi da 2 studenti dell’Università di Bologna.
“Così, molto semplicemente, abbiamo conosciuto Miyu, un’adorabile ragazza giapponese che ha pranzato con noi per varie settimane […] E’ stato veramente bello parlare con lei delle sue origini, della “semplicità” delle scritture giapponesi e delle colorate abitudini del nostro Paese […] soprattutto vedere i ragazzi parlare in inglese con lei come con un’amica conosciuta da tanto tempo ci ha aiutato a capire quante possibilità ci siano oggi per tanti giovani, e come possa essere semplice coglierle”, così Veronica sul blog dell’organizzazione.
Photo by AFS-USA Intercultural Programs