2 settimane per studiare il senso della bellezza (della fisica)

2 settimane per studiare il senso della bellezza (della fisica) 25 Gennaio 2018

Ogni anno – per 2 mesi  (da giugno a agosto) – puoi fare il summer student al Cern (Organizzazione europea per la ricerca nucleare) e seguire lezioni e workshop, lavorare a un progettovisitare il laboratorio.

Requisiti:

  • essere iscritto alla laurea in: Ingegneria civile, Acquisizione dati e controllo, Elettronica, Elettromeccanica, Salute, Sicurezza& ambiente, Tecnologie informatiche, Scienze materiali & Ingegneria di superficie, Meccanica, Fisica

  • aver completato entro l’estate almeno 3 anni di studi universitari

  • rimanere registrato come studente durante il soggiorno presso il Cern

  • non avere già lavorato al Cern per più di 3 mesi

  • conoscere bene l’inglese; la conoscenza del francese è preferibile

È prevista una retribuzione per le spese di alloggio nei pressi del Cern (periferia ovest della città di Ginevra), di viaggio e assicurazione sanitaria.

 

Ma… da dove viene il nostro titolo?

Il senso della bellezza è un film diretto da diretto da Valerio Jalongo che racconta l’inizio di un nuovo esperimento con l’LHC – il Large Hadron Collider – , l’acceleratore di particelle a forma di anello lungo 27 chilometri a 100 metri di profondità del territorio al confine fra Svizzera e Francia in cui ogni secondo si producono miliardi di collisioni tra particelle subatomiche.

 

Anche la letteratura e l’arte hanno sentito più volte il fascino di questo tunnel sotterraneo.

In Angeli e demoni, dello statunitense Dan Brown, Maximilian Kohler, presidente del Cern, chiede a Robert Langdon, docente di simbologia religiosa a Harvard, un parere sull’assassinio misterioso dello scienziato/sacerdote dell’istituto, Leonardo Vetra. Per esercitare il tuo inglese puoi leggerlo in lingua originale.

Quantic love (Feltrinelli, 2013) della scrittrice e divulgatrice scientifica barcellonese Sonia Fernández-Vidal racconta di un intrigo amoroso tra Laila, una ragazza che in estate lavorando come cameriera al Cern per guadagnare i soldi necessari agli studi, il giornalista Alessio e Brian, giovane scienziato che la inizia alle attività di ricerca del centro.

Atlante occidentale dello scrittore italiano Daniele Del Giudice (Einaudi, 1985) è “un manuale per capire il nostro tempo e la nostra cultura, Occidentale, appunto. Come uno di quei manuali di geografia che un giorno ci potrebbe indicare la nostra posizione nel mondo. La descrizione profonda della realtà che ci circonda: che sia il modo subatomico oppure quello altrettanto ‘irreale’ delle cose, delle persone e dei sentimenti […]  Un libro bellissimo che riesce a descrivere le attitudini e le relazioni col resto mondo dei fisici che fanno ricerca, esseri umani tra esseri umani” scrive Marco Battaglieri su SxT Scienza per tutti.

Pietro Brahe, giovane fisico che lavora al Cern di Ginevra, e Ira Epstein, anziano scrittore appassionato di volo a motore, coltivano con leggerezza la loro amicizia nata per caso accomunati dalla ossessione di descrivere il mondo.

Interessante sapere che l’HHC non esisteva nel 1985 (è entrato in funzione il 10 settembre 2008) e Del Giudice ne ha immaginato disegno, funzione, lavoratori e ambienti.

 

Infine, Bruno Arpaia in L’energia del vuoto (Guanda, 2011) mescola concetti di fisica, lezioni di scienza e di storia della scienza e vicende umane di ricercatrici, ricercatori, scienziati teorici e sperimentali, giornalisti alle prese con la più grande macchina mai costruita dall’umanità, il Large Hadron Collider del CERN di Ginevra. […] “Penso che la fisica oggi viva un momento emozionante perché ha ricominciato a porsi le domande che si ponevano i filosofi greci presocratici: cos’è la materia, cos’è lo spazio, cos’è il tempo.”

La fisica è vista quindi come parte integrante del sapere umano, non separata dalla cultura umanistica.

“Ci tenevo all’unione tra le due culture: a cinquant’anni dal saggio di Snow la situazione non è tanto migliorata. Ma gli occhi con cui scienziati e artisti guardano il mondo non sono così lontani: è necessaria da una parte e dall’altra una grandissima immaginazione. I fisici teorici oggi hanno molta più immaginazione degli scrittori, si inventano mondi. Le loro regole sono date per esempio dalla matematica. D’altra parte anche l’arte ha le sue regole ed è sbagliato pensare che viva solo di fantasia e ispirazione. Immaginazione e rigore sono due aspetti che vanno insieme, sia nell’arte sia nella scienza. Del resto nel corso del Novecento la scienza è diventata molto meno esatta, parla di probabilità, di indeterminazione. È diventata molto più misteriosa. Non cerca di dare risposte: si pone domande per arrivare ad altre domande, cosa che da sempre ha fatto l’arte.” (così su Moebius online – programma radiofonico di Radio24 dedicato alla scienza in onda sabato alle 21:05 -, dove puoi ascoltare anche l’intervista all’autore).

In un commento all’intervista di Barbara Greggio all’autore una ragazza scrive: “poco tempo fa sono stata a visitare il Cern-mi ha appassionata talmente una conversazione con un con un noto fisico italiano-che ho colto al volo il libro- e mi sono resa conto del fascino immenso che esrcita la fisica oggi- cosa meglio trovare?-romanzo e lezioni di fisica tenuti insieme da una scrittura moderna -complimenti-ora vado a cercare altri libri che parlino con tale chiarezza di una materia cosi oscura-grazie-“.

Ancora sul sito di una radio, questa volta Radio3Scienza, in onda da lunedì a venerdì alle 11.30, puoi ascoltare il podcast dello speciale Vita da Cern e La quadratura del Cern.

Obiettivo del programma arts@CERN è portare artisti da tutto il mondo e di tutte le discipline nell’ambito dominato dalla ricerca pura di teorie scientifiche per sviluppare la comprensione o l’anticipazione di fenomeni naturali e non.

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Photo by Binary Koala